|
I pionieri inglesi e l'allevamento in Gran Bretagna | |
Si deve all'Inghilterra l'indubbio merito di aver diffuso, a partire
dalla metà del secolo scorso, la conoscenza del San Bernardo e di averne scoperto e dimostrato
le attitudini e la bellezza.
Negli ultimi decenni dell'Ottocento sorsero in quel paese diversi allevamenti il cui principale
scopo era di migliorare, potenziare e affinare sempre di più quelle doti fisiche del
«gigante alpino» che tanto avevano entusiasmato spettatori e cinofili. Da allora il mastino
pesante o mastino alpino fu chiamato «Mastino di San Bernardo», ovvero più semplicemente
San Bernardo e, in onore delle sue gesta di cane da soccorso, addirittura «il santo»,
come è ancora oggi denominato in Gran Bretagna e negli Stati Uniti.
Come abbiamo detto, i primi San Bernardo fecero il loro esordio in esposizione a Birmingham
nel 1862 (iscritti come «cani del Monte San Bernardo») e a Cremorne nel 1863. Provenivano
tutti dall'Ospizio o da allevatori privati svizzeri (soprattutto Schumacher). Fu soltanto
nel 1864 che i primi San Bernardo nati ed allevati in Inghilterra furono presentati in
esposizione, sempre a Cremorne. Proprio in quegli anni intraprendeva la sua pionieristica
ma fondamentale attività di allevatore il reverendo J. Cuming Macdona, considerato
«il padre dei sambernardisti britannici». Va rilevato come Macdona diede inizio all'allevamento
con tre cani acquistati presso il conte Pourtalès, in Svizzera. Si trattava di tre soggetti a
pelo lungo, nati al Gran San Bernardo (come sappiamo i monaci scartavano i cani con questo tipo
di mantello per affidarli ad allevatori delle valli).
Il cane più significativo di Macdona fu Tell che, esposto per la prima volta nel 1865, scatenò
in Inghilterra una vera e propria «caccia» al San Bernardo.
Successivamente Macdona importò dalla Svizzera Monarque, un figlio di Sultan I (considerato il
miglior soggetto prodotto da Schumacher).
Monarque (che era ben massiccio e di buona taglia), è unanimemente considerato il capostipite
di tutti i «supercolossi» inglesi del decennio 1880/1890. Infatti in quel periodo gli
allevatori britannici, dopo non pochi errori e un ovvio periodo di rodaggio, ottennero un
exploit straordinario con la produzione di cani memorabili per taglia e bellezza del mantello.
Ebbe cosí inizio il grande boom del San Bernardo che determinò fra i sambernardisti
anglosassoni una vera e propria «febbre» per la mole, definita dal cinologo Norris-Elye
«the craze for super size», la mania della supertaglia. Tutti ne furono contagiati: sul
finire del secolo scorso possedere «il più grande» San Bernardo era diventata l'ambizione
di ogni amatore della razza in Gran Bretagna. Gli stessi monaci dell'Ospizio non sottovalutarono
di certo l'importanza del tipo di selezione «in favore della taglia» messa in atto dagli inglesi,
tanto che finirono per importare a loro volta dall'Inghilterra alcuni soggetti. Non a caso diversi
cani prodotti dai monaci in quegli anni e anche in seguito erano certamente più grandi e potenti
dei precedenti, ma con teste la cui tipologia ricordava in modo inequivocabile il Mastiff.
Ciò era accaduto perché gli inglesi, sempre molto disinvolti e privi di complessi in allevamento,
nei primi anni dell'Ottocento avevano introdotto il San Bernardo nel Mastiff per rinsanguamento.
Sul finire dello stesso secolo operarono in modo opposto, ritenendo che l'eterosi conseguente
all'incrocio interrazziale fra San Bernardo e Mastiff avrebbe forzato al massimo la taglia del
primo. Purtroppo non considerarono che, così facendo, ne avrebbero modificato anche la morfologia,
in particolare della testa, con conseguenze irreparabili. Nel 1870 Sir Charles Isham importò il
pelo lungo Leo, allevato in Svizzera da Egger, un discepolo di Schumacher. L'influenza di
questo soggetto fu considerevole per l'allevamento inglese di quel periodo perchè fu il padre
della cagna a pelo corto Abbess di Frederick Gresham. Nel 1875Abbess fu accoppiata col pelo
lungo Moltke, il miglior discendente di Tell di Macdona. Da questa unione uscì la grande stirpe
«Save».
Nel 1871 J.H. Murchison comprò il pelo lungo Thor di Schumacher (un altro figlio di Sultan che
poi accoppiò nel 1873 alla già citata Abbess. Questo connubio contribuì molto ad aumentare taglia
e la potenza, come il successivo decennio, avrebbe oltremodo evidenziato.
Nel 1882 fu fondato il Club inglese del San Bernardo (il primo in assoluto nella storia della razza)
Lord Bute (da Fleischli)
|
per iniziativa del rev. Arthur Carter, un altro dei pionieri della razza in Gran Bretagna, che nel
1886 compilò, assieme a Frederick Gresham, lo standard inglese.
Il rev. Macdona fu eletto presidente, lo stesso Carter segretario e il Duca di Wellington presidente onorario.
Il primo raduno del Club inglese fu fatto a Kensington, sempre nel 1882 e raccolse 25 iscrizioni,
con giudice lo stesso Macdona. Il secondo ne ebbe ben 264, con giudici il rev. Carter e S.W. Smith.
In quell'occasione vincitore assoluto risultò Plinlimmon le cui misure (90 cm circa per un peso di
100 kg) furono accuratamente registrate.
Il famoso « Lord Bute»,
esposto per la prima volta a Sheffield nel 1887, rappresenta il simbolo dei
metodi selettivi inglesi di quel periodo.
Questo super colosso, considerato il più grande cane di tutti i tempi, è sicuramente una delle
glorie della cinofilia britannica. Il suo record difficilmente potrà essere battuto in quanto
pare misurasse 43 pollici (circa cm 109) di altezza al garrese, 47 pollici e mezzo (circa cm 120)
di perimetro toracico, con un peso di 245 libbre (circa 112 kg). Queste misure, naturalmente,
sono vecchie di 100 anni e, alla luce della moderna cinotecnica, vanno prese con beneficio
d'inventario.
Lord Bute fu, nel suo genere, un capolavoro insuperato perchè, nonostante la spropositata
statura, era un cane armonico, simmetrico, dotato di fortissima muscolatura, con ottima testa
(per l'epoca), tronco solido e formidabile ossatura, concreta dimostrazione che qualunque
traguardo è raggiungibile col San Bernardo, quando si sappiano
accuratamente selezionare e utilizzare le correnti di sangue. Dopo essere stato il cane più
premiato d'Inghilterra, Lord Bute fu venduto nel 1891 all'americano Knowles Croskey di
Philadelphia per una cifra da vertigine. Anche Courage, esportato in Germania e ceduto al Principe Solms
Brauenfels (primo allevatore tedesco di San Bernardo), benchè più «piccolo» di Bute
(soltanto... cm 90) fu un altro rimarchevole risultato di quell'epoca.
Altri prodotti basilari dell'allevamento inglese furono Save (nato nel 1879), discendente come
abbiamo visto, di Sultan I di Schumacher e suo nipote Sir Hereward, entrambi più o meno alti
Sir Bedivere (da Beaver)
|
come Courage, ma più pesanti (oltre 90 kg).
Fino al 1910 in Inghilterra i parametri di valutazione del San Bernardo, sia dal punto di vista
commerciale che delle esposizioni, rimasero quasi sempre la taglia e il peso, tanto che i più noti
di questi giganti raggiunsero quotazioni cosí alte da destare ovunque un morboso interesse.
Il giudice nelle esposizioni, sempre attorniato da un pubblico delirante, con regolo graduato
e bilancia procedeva ad accurate misurazioni, prima di proclamare il vincitore.
Va considerato pure che, a parte le eccezioni (quali i cani sopra citati e qualche altro, come
il pelo lungo Pough che aveva testa massiccia con muso quadrato), in generale i giganti del
decennio 1880-1890 (il già citato Plinlimmon di proprietà del rev. Arthur Carter, Leonard,
Princess Florence, una mostruosa cagna di 100 kg, Madame Bedivere, Sir Bedivere, ecc.), a
l di fuori della taglia e del superbo mantello, non possedevano altre caratteristiche positive,
perchè gli allevatori, condizionati dalla moda del supercolosso, avevano spesso trascurato
tipicità e funzionalità.
Particolarmente mancava loro la giusta forma del cranio (che era tendenzialmente piatto) e
l'attitudine al movimento. L'incrocio effettuato da diversi allevatori inglesi col Mastiff,
nell'intento come abbiamo visto, di forzare al massimo la taglia con l'eterosi, finì col
rovinare l'allevamento del San Bernardo in Inghilterra. La visione di cani con teste atipiche
(rispetto ai «prototipi» svizzeri), posteriori scompensati e linee dorsali cedevoli, conseguenza
di una selezione solo tesa ad aumentare, fece allontanare il pubblico dalla razza.
Soltanto alcuni allevatori legati al tipo «ortodosso» (come la Sig.ra Jaggers che tentò di
ritornare al tipo originario accoppiando la sua Belline, discendente di Sultan I, con la stirpe
«Pough» ottenendo il Camp. Florentius) cercarono di correre ai ripari.
È di quegli anni l'avvento della stirpe «Bowden». Nel 1906 il cinologo Percy Manning scriveva:
«L'allevamento Bowden» (fondato nel 1896 dal Dott. G. Inman e da Ben Walmsley) è riuscito,
utilizzando esclusivamente le tre migliori linee di sangue esistenti nel Regno Unito (Sir Hereward,
Pough, Belline) a salvare il San Bernardo in Inghilterra e a riportarlo sulla giusta carreggiata.
In realtà però fino a pochi anni fa il San Bernardo inglese, salvo le debite eccezioni, è rimasto
morfologicamente piuttosto lontano dal tipo classico continentale.
Bisogna in ogni caso rilevare che, se la lotta per la taglia raggiunse in Inghilterra forme
parossistiche, essa fu però in generale utile perchè spinse gli allevatori continentali a curare,
accanto alla tipicità, anche la mole, già rilevante nel cane
da lavoro dell'Ospizio.
Torna su
|
La nascita dello Standard Internazionale | |
Come abbiamo visto, lo Standard Internazionale del San Bernardo fu
ufficialmente approvato il 2 giugno 1887 al Congresso Cinologico Europeo di Zurigo. Bisogna dire
però che la stesura e l'approvazione di questo testo (oggi cinotecnicamente alquanto obsoleto)
furono quanto mai travagliate e osteggiate dagli inglesi. Fu uno degli eredi di Schumacher, il
Dr. Th. Kunzli, che, dopo aver fondato il Club Svizzero del San Bernardo nel 1884 assieme allo
stesso Schumacher e ad altri allevatori quali Baur, Egger ed i famosi Carl Steiner e il
Maggiore Fritz Blosch, ideò e fece approvare dal Kennel Club Svizzero (fondato nel 1883),
lo Standard del San Bernardo. Il Dr. Kunzli e il Dr. Siegmund, delegati del club svizzero
al Congresso Internazionale di Cinologia di Bruxelles del 1886 tentarono inutilmente in
quell'occasione di far approvare anche in sede internazionale il loro standard. Ad opporsi
tenacemente furono gli inglesi che difendevano ad oltranza il loro «tipo» di San Bernardo
assai differente da quello continentale, soprattutto nella forma del cranio. L'occasione per
gli svizzeri si ripresentò l'anno successivo al Congresso Internazionale di Zurigo dove
finalmente lostandard fu approvato con il solo voto contrario degli inglesi, i quali, per tutta
risposta, come visto, compilarono un loro standard (tuttora in vigore).
Torna su
|
L'allevamento e la selezione in Svizzera | |
All'esposizione di Zurigo del maggio 1893 furono iscritti 99 San Bernardo di cui ben 17 del
Dr. Kunzli (fra cui il famoso « Kean»,
considerato allora la visualizzazione dello standard) e
3 di Carl Steiner. Quest'ultimo, utilizzando prevalentemente cani dell'Ospizio, avrebbe
ottenuto ben presto esemplari di buona tipicità e ottima statura, primo fra tutti il pelo
corto Jung Pluto von Arth (nato nel 1888), pietra miliare dell'allevamento svizzero.
Carl Steiner cambiò poi l'affisso del suo allevamento da «von Arth» a «von Rigi» nel primo
dopoguerra. Con quest'ultimo affisso Steiner produsse cani di eccezionale tipicità per testa,
taglia e costruzione. Altra pietra miliare dell'allevamento svizzero fu
« Pluto Deichmann»
(conosciuto anche come «Hospice Pluto») allevato dai monaci e poi esposto nel giugno 1887
all'Esposizione Internazionale di Zurigo dove s'impose come uno dei soggetti più aderenti
allo standard approvato proprio quell'anno. Tra i principali allevatori di fine Ottocento
nel Continente va ricordato il già citato Maggiore Fritz Blosch (titolare dell'allevamento
«von Biel») che, immettendo nel suo pregiato ceppo elvetico il cane King of Ashfort, figlio
del gigante inglese Plinlimmon, produsse dei soggetti solidi, tipici, formidabili per taglia
e potenza. Basti citare
« Athos von Biel»,
Jung Athos von Biel,
« Bob III von Biel»,
ecc. Va notato che la linea di sangue «von Biel» fu di fondamentale importanza nella storia della razza perchè
contribuí a produrre, come vedremo in seguito, alcuni dei grandi prototipi della cosiddetta
«Golden Era» del San Bernardo (l920-l940).
A cavallo fra i due secoli Barthlome, Hartmann e Ulrech in
Svizzera, conseguirono rispettivamente la splendida
« Flora von Solothurn» (di cm 80), il massiccio e ben bilanciato Zar von Basel e
Barry von Hallwilersee. Nella maggior parte delle linee di sangue di quel periodo in Svizzera
(e anche in Germania, dove l'allevamento del San Bernardo cominciava a svilupparsi) erano
presenti Kean I del Dr. Kunzli o i suoi figli Willi Wood (vincitore fra i pelo corto a
Zurigo nel 1893) e Kean II. Questi due soggetti, di buona tipicità (per l'epoca), furono poi
raffigurati in un famoso disegno del 1896, opera del noto pittore animalista Richard Strebel.
È importante notare come il primo
Rasko von Uto
|
in assoluto che intuí la necessità di effettuare delle
misurazioni biometriche sui cani fu proprio il Dr. Kunzli.
Per le sue osservazioni (che si sarebbero rivelate utilissime per gli allevatori del primo
Novecento) utilizzò uno dei migliori prodotti del suo allevamento e cioè Jung Tell, un cane
di 81 cm al garrese, probabilmente più tipico dello stesso Kean.
Nell'ultimo decennio del secolo scorso fecero la loro comparsa in Svizzera altri allevatori
di storica importanza quali Ferdinand Mannuss di Lucerna (attivo fino al 1940 con l'affisso «Gütsch»)
i cui migliori prodotti furono Michel Gütsch, Lord Gütsch, Freja Gütsch, Pius Gütsch, Jorg Gütsch (che aveva una testa eccellente per
tipicità ed espressione), il grande Sieger Ivo Gütsch (nipote di Jorg) e Bernd Gutsch (vincitore dell'esposizione di Francoforte
del 1935) e S. Steinegger di Zurigo (titolare dell'affisso «von Uto») che con i suoi
Rasko von Uto, Blanka e Belline von Uto caratterizzò positivamente i primi anni
del Novecento sia in allevamento che in esposizione.
|
S. Steinegger con Blanka, Prinzess e Ilse von Uto |
Torna su
|
L'allevamento e la selezione in Germania | |
Nel frattempo, come si diceva, anche la Germania aveva cominciato
quella strada che, a distanza di decenni, l'avrebbe portata ad essere una delle nazioni «leader»
del sambernardismo. Il Club Tedesco fu fondato nel 1891 e suoi pionieri furono il Principe
Albrecht von Solms Brauenfels, il Dr. Caster e Fink di Berlino.
Interessante notare come fra i sessanta soci fondatori del club tedesco fossero presenti otto
svizzeri, tre austriaci e un russo, segno inequivocabile della già avvenuta «europeizzazione»
della 28 razza sul finire del secolo scorso. Primo presidente fu eletto il Dr. Calaminus e
vice-presidente il pittore Strebel. Già allora faceva parte del consiglio lo svizzero
Maggiore Fritz Blösch che, a partire dal 1894, fu nominato addirittura vicepresidente, a
riprova degli stretti rapporti intercorrenti in quegli anni fra Germania e Svizzera. Il principe
Albrecht importò uno dei «supercolossi» inglesi, Courage, per il suo canile «Wolfsmuhle»,
ma per quanto questo cane di massima taglia vincesse molte esposizioni, in allevamento si
rivelò un fallimento. Come testimoniano diversi articoli scritti dal Dr. Caster in quegli anni,
inizio dell'allevamento del San Bernardo in Germania fu quanto mai difficile perchè gli allevatori
per anni non seppero decidere quale tipo seguire (se quello svizzero o quello inglese), tant'è
che alla mostra di Hannover del 1882 il vincitore fu Cadwallader, un cane importato
dall'Inghilterra. Fu solo nel primo decennio del Novecento che i tedeschi, scelta
definitivamente la strada indicata dallo standard «svizzero», cominciarono a produrre i
primi cani di buon livello, senza dimenticareperò quanto di buono c'era nei cani di tipo
inglese, vale a dire taglia, ossatura e bellezza del mantello. I frequenti scambi con la
Svizzera consentirono ai tedeschi di recitare un ruolo di primissimo piano nell'epoca
d'oro del San Bernardo fra le due guerre mondiali. Nel 1897 fondava il suo canile di Altona
Ludwig Kasten che per decenni (praticamente fino ai giorni nostri) avrebbe avuto un ruolo
importante nell'allevamento germanico. Il suo Altona's Alf fu per anni considerato un prototipo.
Nel 1903 cominciava la sua attività come sambernardista Max Näther, per parecchi anni giudice e
controllore d'allevamento, una delle prime personalità carismatiche nella storia della razza in
Germania. Divenuto presidente del club nel 1921 lasciò questa carica undici anni dopo, nel 1932,
nelle mani di un altro «grande» del sambernardismo europeo e cioè Hans Glockner, giudice,
studioso ed allevatore col notissimo affisso «von Grossglockner», di capitale importanza per
il San Bernardo tedesco.
Nel 1905 il giudice tedesco Boppel, riallacciandosi a quanto fatto dal Dr. Künzli in Svizzera
qualche anno prima, presentò alla riunione dei giudici tedeschi una serie di disegni sul
San Bernardo. Particolarmente i disegni della testa furono considerati vicinissimi al tipo
ideale, tanto da venire adottati come corollario esplicativo dello standard, rimanendo validi
fino al periodo d'oro della razza. In questi disegni è già chiaramente delineata una
caratteristica imprescindibile di tipo nel San Bernardo: la convergenza degli assi
longitudinali superiori del cranio e del muso. I cani dell'Ospizio (salvo rare eccezioni)
avevano una convergenza, non molto accentuata, caratteristica evidente anhe nei cani di
Schumacher e del Dr. Kunzli. I cani inglesi tendevano (e tendono tuttora) al parallelismo o
addirittura alla divergenza, con conseguenze gravi per l'espressione, la forma del muso,
lo stop, la forma del cranio (che è tendenzialmente piatto), ecc.
Torna su
|
L'allevamento inglese fra le due guerre e nel secondo dopoguerra | |
Gli allevatori inglesi del periodo 1880/95 avevano tenuto nella massima considerazione la taglia
e il peso, a scapito della solidità e della muscolatura e molti cani vincitori di campionato non
avevano «attitudine al movimento». Viceversa nessun cane imperfetto strutturalmente fu immesso o
prodotto dagli allevamenti Bowden (di cui abbiamo detto). Questi allevatori, operando in
«inbreeding», selezionarono la razza non solo fenotipicamente ma anche genotipicamente, cosicchè
i prodotti da loro ottenuti furono omogenei per generazioni. Certamente diversi cani che nacquero
contemporaneamente ai Bowden erano qualitativamente simili a loro (come per esempio il campione
The Pride of Sussex), ma nessun altro allevatore di quel periodo aveva la certezza di poterli
ottenere a catena. I più famosi cani Bowden furono Tannhauser, Viola e il pelo corto Viking.
Alla chiusura dei canili Bowden molti cani passarono ai signori Redwoods che con il loro
allevamento Pearl ottennero 42 campioni. Purtroppo la 1 a guerra mondiale bloccò l'allevamento
del San Bernardo in Inghilterra e parecchi cani morirono per mancanza di cibo. Gli uomini
Abbott Pass Benedick
|
erano in guerra e alle donne fu lasciato l'incarico di conservare e curare quanto rimaneva
dei pregiati ceppi inglesi. Una benemerita di quel periodo fu la sig.na Waller che riuscí a
salvare molti ottimi soggetti. Questa eminente figura del sambernardismo britannico divenne poi,
nel 1922, la mente direttiva del famoso allevamento Abbott Pass dei coniugi Staines. Questo
allevamento, che è ancora più noto del Bowden, è considerato il maggiore che l'Inghilterra
abbia avuto. Alcuni suoi cani (o derivati) avevano grandissime stature e contemporaneamente
potenza, simmetria e buon movimento. Va precisato che dal periodo Bowden agli Abbott Pass il
San Bernardo inglese aveva recuperato la massima taglia senza perdere però la funzionalità.
Il miglior cane Abbott Pass fu probabilmente Romeo, un cane di mole ed ossatura eccezionali.
Romeo fu considerato a lungo un prototipo del tipo inglese. Le sue fotografie ci mostrano una
testa imponente con muso molto potente ma lo stop è tipico del
classico San Bernardo inglese cioè alquanto sfuggente. Ottima l'espressione benevolente cosí
come prescrive lo standard.
Nel periodo che segui la prima guerra mondiale, cioè attorno agli anni '20/22, degni discendenti
dei Bowden e dei Pearl furono i pelo corto Camp. King e Queen of Northumbria di proprietà della
scultrice Graham Thompson. Questi cani avevano una taglia ed una struttura spettacolose ed un
discendente di King cioè King's Mark of Tynebank fu a lungo considerato il miglior soggetto inglese
a pelo corto mai vissuto. A nostro parere questitre soggetti rappresentano tuttora il top nella
varietà a pelo corto
in Inghilterra. Per tornare agli Abbott Pass va ricordata la famosa Lady Molly, forse la più
grande cagna mai
vissuta e il cui peso sfiorava i 100 kg. Essa ottenne un grande successo a Cruft nel 1932.
Altri noti Abbott Pass furono Macbeth, Benedict e Friar. Durante la 2a guerra mondiale si ripetè
in modo molto più
radicale quanto accaduto nella prima e grande merito hanno coloro i quali, nonostante difficoltà
quasi insormontabili,
riuscirono a mantenere in vita gli allevamenti. A loro si deve la sopravvivenza del ceppo inglese.
Più cara a tutti gli amatori del San Bernardo in Inghilterra fu la Sig.ra GraydonBradley la quale,
nella super
bombardata Dover, riuscí con molti sacrifici a conservare i suoi cani. Subito dopo la guerra
questa signora
riprese ad allevare producendo diversi campioni. Altri benemeriti che salvarono il San Bernardo
in Inghilterra
durante la guerra furono la Sig.na Cross (con l'affisso di Clearbrook) e soprattutto la Sig.na
Watts (Clairvaux).
L'ultimo cane della Watts fu Cesario of Clairvaux che può ritenersi uno dei migliori esemplari
inglesi.
Tutti i migliori soggetti salvati dalla distruzione bellica furono assorbiti nel 1948 da due
importanti allevamenti: il Corna-Garth di Gannt e il Peldartor della Sig.ra Walker. Tali
allevamenti hanno il merito di avere protratto nel tempo la vecchia versione inglese.
Oggi, con la continua introduzione di sangue continentale, si è in parte perduto il tipo classico
inglese e la taglia di conseguenza si è ridotta. Come detto e come tutti sanno noi siamo
sostenitori del vecchio tipo svizzero-tedesco, ma non possiamo dimenticare cani come
Jewthree St. Christopher di Gannt, o lo splendido Cristcon St. Antony e suo fratello
Cristcon St. Barco, i cui colori, ossatura, eleganza e taglia, dimostrano quali traguardi
la vecchia versione inglese seppe conseguire anche nel secondo dopoguerra.
Purtroppo attualmente cani di così alta qualità non esistono più in Inghilterra e ciò
ci è confermato dai raduni di campionato che abbiamo più volte giudicato negli ultimi anni.
Vi è però un dato positivo che emerge: non vi sono più differenze così sostanziali fra il
tipo continentale e il San Bernardo attualmente allevato in Inghilterra. Ciò significa che
l'emarginazione del San Bernardo inglese dovrebbe cessare così come le vecchie polemiche
e a noi spetterebbe di accogliere nell'Unione Mondiale, senza nazionalismi e preclusioni,
anche i clubs che tutelano la razza in Gran Bretagna.
Torna su
| |
|
|